KINDLE UNLIMITED BOOK REVIEW: LOVE THERAPY-MALATI D'AMORE

Ve lo dico, la Romanin per me è una garanzia di risate  dalle prime righe. Niente di sciocco, anzi i  suoi libri mi lasciano sempre con punti di riflessione e argomenti di conversazioni. Però con  questo libro ammetto di aver fatto fatica fino a un certo punto.  Il perché è presto detto, quando i protagonisti mi stanno antipatici la lettura è un po' difficoltosa, quindi  per un po' sono andata avanti per tigna/cocciutaggine poi perché volevo  finalmente capire come  finiva. Vuoi perché entrambi sono passati dallo starmi antipatici a diventare dei cuccioli  teneri....

«Non sfottermi» mugugno.
«Togli una esse.»
«Cosa?» aggrotto le sopracciglia, confusa.
«Togli la esse» insiste con un sogghigno. «Io non sfotto. Più facilmente fotto.»
La mascella mi cade, lasciandomi a bocca aperta, e la replica che avevo sulla punta della lingua evapora in un fioco gorgoglio. Non escludo che mi stia per venire un infarto.
«Tu…» farfuglio. «Tu sei…»
«Un porco» sorride furbescamente. «Lo so.»

La vita di Lola Martinez è più monotona di un giro sulla ruota del criceto. A ventiquattro anni suonati vive ancora con i suoi, insegna yoga part time a un gruppo di vecchiette, non beve, non fuma e non dice bugie. Praticamente una santa.
Maximilian Ward, invece, non aspira affatto alla santità, in compenso spedisce le tipe che si porta a letto dritte dritte in paradiso. Lui è ciò che si definisce un dispensatore di orgasmi, un copulatore compulsivo, uno sciupafemmine di categoria senior. In definitiva un inguaribile latin lover.

Apparentemente non hanno nulla in comune, a Lola quel tipo vizioso e autoritario non piace per niente e a Maximilian quella ragazzetta acqua e sapone mette solo una gran noia. Eppure, complice un medico dalle dubbie capacità e dalle improbabili teorie, si ritrovano a partecipare a una imbarazzante quanto bizzarra terapia di coppia: Lola dovrà aiutare Maximilian a resistere ai suoi impulsi e Maximilian dovrà spingere Lola a liberarsi delle sue paure.

Il dottor Smith ne è certo: il loro essere profondamente diversi è la chiave per il successo dell’esperimento!
Ma cosa accadrà quando l’antipatia che provano uno per l’altra inizierà a tramutarsi in attrazione?

E anche in questo caso lo spunto di riflessione nasce dal titolo: Love Therapy. Lo ammetto ogni tanto penso che vorrei provare a fare una seduta da uno psicologo, ma poi penso che alla fine dovrebbe pagare un/a collega per riprendersi  dalla seduta con me e desisto. Come mio solito sto divagando, torniamo al libro dove lui, non sa tenerlo dentro i pantaloni, mentre lei dovrebbe aprire le cosce quel pizzico in più.

Immaginatevi il dottor Smith che ha in terapia entrambi  e decide di mettervi insieme dove l'uno sarà di auto all'altro, non so perché ma quando ho letto la cosa, ho pensato ad una professoressa di biologia ed eventuali esperimenti per un progetto, dove entrambi devono impegnarsi altrimenti sono rimandati a settembre. Le domande che mi sono posta ancor prima di iniziare sono state: ma gli opposti si  attraggono anche nel lungo termine? Si sa che il confine tra odio e amore è labile, ma poi siamo certi che una terapia del genere possa funzionare? Chissà perché con quelli che diciamo di detestare riusciamo ad essere noi stessi al 100%? Con questi e altri quesiti ho letto e riso tanto, perché lo dico i dialoghi della Romanin sono  dialoghi che trovo reali. Anzi in certi casi ho dato risposte peggiori :P

Commenti

  1. Con chi detesti non usi filtri perché non ti interessa far colpo su di loro.
    Alla domanda sugli opposti è difficile rispondere perché dentro di noi abitano tante personalità che tiriamo fuori a seconda delle occasioni.
    Pensa alla personalità che viene fuori quando devi rapportarti con 3 categorie di estranei diversi:
    un bambino piccolo (o un animale) un adulto
    una persona (medico, parroco, amministratore delegato dell’azienda per cui vorresti lavorare, giudice, finanziere ecc).
    Ognuna di queste categorie “calamita” una certa personalità.
    Idem (anche in tarda età) siamo diversi nelle 3 modalità figlio, adulto e genitore.
    Ho visto figli over 50 rapportarsi con i genitori come se avessero ancora 12 anni.
    Non è detto che, oltre alla personalità che usiamo più spesso, non ce ne sia una che leghi bene con il “detestato”.
    La domanda giusta è perché detestiamo quel lato?

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    1. Sul filtro concordo, cioè spesso capita che vorrei dire "ma sei scemo" a qualche alunno ma non si può e quindi sorrido e dico "forse non mi sono spiegata bene"...a livello di cuore penso che uno debba sentirsi a proprio agio essendo se stesso, difetti inclusi....

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