Questo post lo scrivo a caldo, appena aver terminato la visione in tre giorni della serie su Amazon Prime, se ho ben capito la serie è basata su un podcast che poi è diventato un libro (o dal libro è stato tratto il Podcast di Pablo Trincia). La storia onestamente non la ricordavo neanche vagamente, quindi sto facendo alcune ricerche per cercare di capirci di più...è vero che io nella fine degli anni ero interessata ad altre cose rispetto al TG, ma quando ho letto che è stata tratta una storia realmente accaduta ho deciso di vederla.
Probabilmente comprerò anche il libro.
trama:Anche i bambini mentono. E una loro bugia può evocare l'inferno.Alla fine degli anni Novanta, in due paesi della Bassa Modenese separati da una manciata di chilometri di campi, cascine e banchi di nebbia, sedici bambini vengono tolti alle loro famiglie e trasferiti in località protette. I genitori sono sospettati di appartenere a una setta di pedofili satanisti che compie rituali notturni nei cimiteri sotto la guida di un prete molto conosciuto nella zona. Sono gli stessi bambini che narrano a psicologi e assistenti sociali veri e propri racconti dell'orrore. La rete dei mostri che descrivono pare sterminata, e coinvolge padri, madri, fratelli, zii, conoscenti. Solo che non ci sono testimoni adulti. Nessuno ha mai visto né sentito nulla. Possibile che in quell'angolo di Emilia viga un'omertà tanto profonda da risultare inscalfibile? Quando la realtà dei fatti emergerà sotto una luce nuova, spaventosa almeno quanto la precedente, per molti sarà ormai troppo tardi. Ma qualcuno, forse, avrà una nuova occasione.
Nota: niente di quello che è scritto in questo libro è stato in alcun modo romanzato dall'autore.
Ma ho iniziato dalla docu-serie in merito alla faccenda. E devo dirlo inizialmente davo per scontato che fossero tutti colpevoli, poi man mano che avanzavo con la visione mi sono resa conto che in queste situazioni non c'è solo il bianco e il nero, ma un'insieme di sfumature di grigio.
Pablo Trincia ha fatto un lavoro bellissimo a mio parere, però lo dico chiaramente non riesco a prendere una posizione in merito alla faccenda. E' possibile che alcuni bambini abbiano avuto ricordi indotti? E' possibile che la Magistratura non abbia osservato tutto ed abbia deciso a priori? Non lo so, ma se alcuni ragazzi non hanno negato, anzi hanno ribadito di aver detto la verità e di non voler tornare ad avere rapporti con le famiglie di origine..non mi sento di escludere che forse un pò di verità ci sia.
Tra il 1997 e il 1998 i paesi di Mirandola, Finale Emilia e Massa Finalese, nella Bassa modenese, sono scossi da una serie di indagini che portano all’allontanamento di sedici bambini dalle loro famiglie naturali e al loro affidamento ai servizi sociali. Le inchieste partono da Dario (i nomi dei minori sono di fantasia, per proteggerne l’identità), un bambino che racconta a servizi sociali e psicologi degli abusi subiti da parte di alcuni familiari.
Ma dalle sue confessioni emergono dettagli inquietanti e il coinvolgimento di altri bambini, che sembrano confermare le accuse di Dario, comincia a fare pensare ad una rete di pedofili. Poi dalle testimonianze affiorano racconti di sacrifici di animali e strani riti nei cimiteri.Genitori, parenti e vicini vengono accusati di abusi sessuali sui minori e di avere coinvolto i propri figli in una serie di rituali satanici. Il caso, passato alla cronaca con il nome di “Diavoli della Bassa modenese”, ha dato il via a una serie di processi che si sono estesi nell’arco di quindici anni e che hanno portato a condanne per abusi domestici, ma anche ad assoluzioni.
Le accuse di satanismo furono scartate dalla magistratura e si ipotizzò che che le tecniche di interrogatorio avessero portato alla creazione di falsi ricordi.Il caso dei “Diavoli della Bassa modenese” è uscito dalle cronache per poi tornare a interessare l’opinione pubblica anche grazie a Pablo Trincia. Che nel 2017 pubblica per Repubblica il podcast Veleno, che esponeva in sette puntate l’inchiesta da lui realizzata con la collaborazione della giornalista Alessia Rafanelli. Il 2019 ha visto invece la pubblicazione del libro di Trincia, Veleno. Una storia vera, edito da Einaudi.
Chi non è estraneo ai contenuti true crime avrà forse già ascoltato il podcast, che riscosse presto un enorme successo. La docu-serie di Hugo Berkeley aggiunge però alcuni elementi che il formato audio, seppur accompagnato da contenuti multimediali, per natura non può trasmettere al pubblico, .Chi segue Trincia dal 2017 conosce forse solo la voce dei protagonisti, mentre la serie realizzata per Amazon Prime Video dà loro un volto, anche attraverso materiali d’archivio. E fornisce agli spettatori uno sguardo sui luoghi che hanno fatto da sfondo a questo caso di cronaca. Ma non solo. Nella sua nuova forma, Veleno si arricchisce di voci inedite, come quella della psicologa Valeria Donati, che raccolse ai tempi le testimonianze di diversi bambini e che permette una lettura più completa (e complessa) della vicenda.
Nei vari episodi vediamo come si è giunti all'arresto di alcune persone e l'allontanamento dei minori dalle proprie famiglie, però se una ragazza-che a differenza di un'altra-si è fatta riprendere e continua a ribadire che non è mai voluta tornare sui suoi passi, credo che per lei quelle cose siano successe e magari è vero, non sono nessuno per dire che la ragazza stia mentendo anche perchè credo nessuno saprà mai per certo cosa è accaduto realmente, se non i protagonisti stessi della faccenda. E' vero che la figura della madre molto credente stride con l'immagine che abbiamo di sette, ma io nonostante la visione della seria e dell'assoluzione della madre non mi sento di dire che la figlia sbaglia al non voler tornare indietro, credo abbia i suoi motivi, come alcuni ragazzi hanno voluto tornare ad avere contatti con le famiglie di origine altri no.
Ma su una cosa del Dottor Foti, che è stato indagato su un'altra questione ma che si collega al caso Veleno, mi sento di smentire, lui ha detto che il metodo Trincia servirebbe a negare le violenze, onestamente io non ho percepito questo, quello che ho percepito io è stata un'indagine svolta da un altro punto di vista e qui mi viene in mente una frase di un film con Enzo Decaro dove le verità sono due: quella realmente accaduta e quella dell'opinione pubblica.
La psicologa Donati, più volte citata non credo abbia lavorato male, non so se ci sia realmente stato un accanimento personale verso di lei, mi rifaccio a quello che ho visto. Siamo tutti bravi a puntare il dito e dire "ah io avrei fatto così, sicuramente avrei, ma poi magari nella posizione della psicologa avremmo avuto lo stesso identico comportamento. Giusto? Sbagliato? Non lo so, onestamente se fossi una psicologa e un bambino mi riferisse determinate cose non lo so come mi comporterei ma non penso che lei abbia voluto in nessun modo danneggiare qualcuno e se danno c'è stato, sicuramente non è stato voluto. Prima di puntare il dito proviamo a metterci anche dall'altra parte....
Mi sono vista le puntate con calma, ascoltando tutto e cercando il materiale disponibile in rete, leggendo gli articoli del tempo vengono i brividi, ma poi all'intervista dei genitori e ragazzi coinvolti -ora adulti- ogni volta pensavo ma è ovvio che è innocente e poi quando sentivo il ragazzo o la ragazza dicevo "beh allora qualcosa è successo". C'è la Signora Oddina sempre convinta dell'innocenza di tanti e in merito ha tenuto un archivio di foto, filmati, che hanno mantenuto le figlie. La signora Lorena che è andata in Francia e dove vive tutt'ora con l'ultimo figlio. Ci sono i vari imputati che continuano a dichiarare la loro innocenza. Capisco anche il dubbio di una dei protagonisti che dice "e ora se un bambino dice alla maestra che il papà è cattivo lei lo denuncerà oppure no?", non credo che lo scopo di Trincia fosse quello di negare le violenze, ma di porre l'accento che in molti casi la verità non è a senso unico, certo non penso che situazioni del genere siano facili da gestire, anzi, al termine della serie ho ancora diverse domande in testa a cui forse nessuno riuscirà a dare risposta. Ma non concordo con la frase Anche i bambini mentono, perchè non credo stessero mentendo, ma poi se fossimo stati noi al posto di psicologi e magistrati ci saremmo comportati in maniera diversa? Con i se e i ma a posteriori si vincono guerre a tavolino, ma la realtà è che no ci si deve trovare nella situazione e credo che la serie non voglia puntare il dito contro nessuno, ma far vedere un punto di vista alternativo.
Però consiglio seriamente di vederlo perchè è un pezzo di vita del nostro paese, tornato alla ribalta poco tempo prima il caso di Bibbiano!
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