TV: IL COMMISSARIO RICCIARDI

 Iniziamo con il dire che lo guardavo perchè era interessante dalla trama, anche se mi sono sempre domandata "ma che capelli hanno fatto a Lino Guanciale?Probabilmente è dovuto agli anni in cui è ambientato lo sceneggiato"...Detto ciò ieri è andata in onda l'ultima puntata della prima serie, deduco ce ne sarà almeno un'altra dato il finale apertissimo e quando ci sono finali così e niente prosegui, lo ammetto, ci rimango malissimo...comunque visto che è andata in onda l'ultima puntata non credo si spoilerare nulla....



Mi è piaciuta la costruzione della storia, perchè di base come sentimento c'è l'Amore quello puro di un Commissario Ricciardi che si innamora in uno sguardo e pare anche corrisposto, ma lui ha una dannazione riesce a vedere gli ultimi momenti di vita dei morti, o meglio le loro facce tipo fantasmi che dicono delle frasi...che spesso sono risultate risolutive ai fini dell'indagine....

La storia di lui e lei che si sbirciano, scutano e innamorano solo guardandosi, mi sa di romanticismo puro, certo con i tempi che corrono ora e la mia sfiga, sicuramente sarebbe un serial killer...ma detto ciò c'è anche la storia di un amore puro tra Ricciardi e la sua Tata, che lui considera come una madre e lei lo contraccambia, purtroppo nell'ultima puntata c'è la scomparsa della tata e il ricongiungimento di lei con la madre del signorino, meno male che aveva iniziato ad insegnare alla nipote tutto il lavoro da fare in casa...ma nella seconda serie mi mancherà la sua presenza, dava ottimi consigli a Ricciardi e anche ad Enrica, la donna della finestra....nel mezzo c'è una ex cantante lirica, prima interrogata della stagione che instaura un rapporto di amicizia profonda, quindi il nostro commissario si troverà in mezzo a due donne con un gran carattere.

Colleghi che sono più amici che colleghi, quindi oltre a dei vestiti un pò scomodi per le donne, onestamente il fatto di poter mettere i pantaloni la trovo comodissima, cioè le gonne longuette hanno il loro perchè, quei cappellini anni '40 carinissimi, ma preferisco il look di oggi.




Se cercate in rete riguardo questa serie, direttamente da Wikipedia, troverete:

Luigi Alfredo Ricciardi nasce il 1º giugno 1900[1] nel Cilento, come figlio unico della famiglia nobiliare dei baroni di Malomonte. Rimasto orfano dei genitori da ragazzo (il padre muore ancora giovane, mentre la madre trascorre molti anni in una casa di cura), si trasferisce con l'anziana tata Rosa (che prima di lui aveva accudito sua madre) a Napoli, dove si laurea con lode in giurisprudenza con una tesi sul diritto penale ed entra nella Squadra mobile della Regia Questura.

Dal carattere piuttosto introverso, tendente alla solitudine, Ricciardi è pervaso da grande umanità e correttezza, che risultano evidenti durante la conduzione dell'indagine in corso. Di solito indossa un lungo soprabito di colore grigio scuro in cui infila sempre in tasca le mani per non farle vedere poiché, quando è nervoso, non riesce a tenerle ferme. Non porta il cappello, cosicché un ciuffo di capelli neri, pettinati all'indietro e fissati con la brillantina, gli cade sulla fronte sopra gli occhi verdi e il naso affilato. A pranzo mangia la pizza o una sfogliatella al Caffè Gambrinus in piazza del Plebiscito, mentre la cena gli viene quasi sempre preparata a casa da Rosa e, alla sua morte, dalla nipote Nelide.

Ricco, elegante nei modi e nell'abbigliamento, nonché integerrimo e con un grande intuito, non ha alcun interesse nel fare carriera e per questo è ben visto dai suoi superiori (come il vicequestore Angelo Garzo), i quali si prendono spesso e volentieri il merito dei suoi successi investigativi, anche se mal sopportano i suoi modi e i suoi metodi privi di riguardo verso le classi borghesi e nobiliari più influenti della città quando deve svolgere un'indagine. Al contrario, per la sua bravura quasi diabolica nel risolvere i casi e per il suo umore sempre triste, è tenuto a distanza da colleghi e sottoposti, tranne dal fedele brigadiere Raffaele Maione (che vive nei Quartieri Spagnoli) e dal razionale e antifascista medico legale Bruno Modo. Nelle sue indagini viene aiutato anche dal femminiello Bambinella, il quale riporta al brigadiere Maione le voci che circolano in città e che tornano utili alle indagini.

Il Fatto[modifica | modifica wikitesto]

La caratteristica segreta del Commissario Ricciardi, da lui chiamata il Fatto, è quella di percepire gli spettri delle vittime di morte violenta (sia incidenti che omicidi) in un'immagine evanescente nei luoghi del decesso, che continuano a ripetere ossessivamente la frase che stavano dicendo o pensando nel momento della morte. Scopre tale potere da bambino quando, girando per un vigneto appartenente alla sua famiglia, trova il cadavere di un contadino che poi si scopre essere stato ucciso da un altro bracciante che lo aveva accusato di essere l'amante della moglie.

«L'uomo, che doveva essere morto, alzò lentamente la testa e la girò verso Luigi Alfredo, con un lieve scricchiolio delle vertebre: lo guardò con gli occhi velati e semichiusi. Le cicale smisero di frinire. Il tempo si fermò. “Perdio, non l'ho nemmeno toccata la tua donna”. Non fu per l'incontro inatteso, né per il manico del coltellaccio o per tutto quel sangue. Luigi Alfredo scappò urlando per lasciarsi alle spalle tutto il dolore che il cadavere del bracciante gli aveva buttato addosso. Nessuno gli disse mai che il delitto avvenuto nel vigneto cinque mesi prima era frutto della gelosia di un altro bracciante, fuggito dopo aver ucciso anche la giovane moglie; si diceva si fosse aggregato a un gruppo di briganti in Lucania. Attribuirono lo spavento e il terrore del bambino alla sua fantasia spiccata, al carattere solitario e alle chiacchiere delle comari che, la sera, cucivano sotto la finestra della sua stanza cercando un po' di fresco nel cortile. Ne parlavano come del “fatto”. Luigi Alfredo si abituò a pensare alla cosa che gli era successa proprio con quel nome: il Fatto. Da quando gli era capitato il Fatto, come aveva capito dal Fatto. Il Fatto che gli aveva orientato l'esistenza. Nemmeno Rosa, la tata che gli aveva dedicato tutta la vita e che ancora viveva con lui, gli aveva creduto, allora; negli occhi di lei era affiorata la tristezza e poi un lampo di paura, come per il presagio che anche il piccolo fosse destinato a soffrire il male della madre. E lui aveva compreso che non avrebbe mai più potuto parlarne con nessuno, che questo marchio sull'anima ce l'aveva solo lui: una condanna, una dannazione.»

(Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi - Capitolo 1)

Ricciardi è convinto che alla base di ogni delitto il movente del colpevole possa ricondursi a due soli motivi: la fame o l'amore. Quando si occupa di un caso non smette di lavorarci fino a che non lo risolve, calandosi con abilità e determinazione nella situazione in cui si è svolta la vicenda fino a comprendere intimamente tutte le persone coinvolte in essa. Possiede un profondo senso di giustizia che lo spinge a indagare a fondo tutte le sfaccettature di un caso, anche dopo aver ottenuto una confessione dal presunto colpevole, pur di non mandare in galera un innocente.

Per colpa del Fatto la sua vita affettiva è vuota, sebbene venga spudoratamente corteggiato dalla bella e ricca ex cantante lirica Livia Lucani (vedova del famosissimo tenore Arnaldo Vezzi) e ami a distanza Enrica Colombo (una timida vicina di casa con la quale, inizialmente, scambia solo occhiate dalla finestra).



Comprimari[modifica | modifica wikitesto]

Raffaele Maione
Brigadiere della Regia Questura e spalla investigativa di Ricciardi. Uomo assolutamente fedele al commissario fin da quando questi risolse l'omicidio di Luca, primogenito di Maione e anch'egli poliziotto. Ricciardi nutre in lui una fiducia pressoché totale. Maione, nonostante la gran mole fisica, è un poliziotto efficiente e particolarmente bravo nei pedinamenti in incognito, oltre che rispettoso verso le vittime. Sposato con Lucia e padre di diversi figli, all'inizio della saga la vita domestica di casa Maione è ancora gravata dall'ombra della morte di Luca.
Bruno Modo
Razionale e antifascista medico legale. Ricciardi si fida solo di lui per quanto riguarda le autopsie delle vittime dei suoi casi. Le sue convinzioni mai nascoste, nonostante gli ammonimenti di Ricciardi, lo metteranno nei guai con il regime e per questo rischierà la condanna al confino.
Livia Lucani
Ricca, bella ed indipendente vedova del defunto tenore Arnaldo Vezzi, il cui omicidio viene risolto nel primo romanzo della serie, Il senso del dolore. In quella circostanza la donna, anche lei in passato cantante lirica nel ruolo di soprano, ha modo di conoscere il commissario, dal quale rimane colpita. A partire da Il posto di ognuno si rende conto di essere innamorata di Ricciardi, e da Roma si trasferisce a Napoli cominciando a corteggiarlo. I due hanno la loro prima notte d'amore ne Il giorno dei morti anche se Ricciardi sul momento è in preda ad una febbre che lo fa delirare e si rende conto di quanto successo solo la mattina successiva.
Enrica Colombo
Vicina di casa di Ricciardi, per la quale il commissario nutre un amore segreto ed inconfessato, ricambiato; per questo motivo Enrica non si è ancora sposata, nonostante la madre continui a presentarle nuovi possibili pretendenti. I sentimenti fra i due vengono allo scoperto solo in Rondini d'inverno, a seguito del rifiuto di Enrica del corteggiamento di un maggiore della cavalleria germanica Manfred Kaspar von Brauchitsch (addetto culturale del consolato tedesco), dopodiché cominciano a frequentarsi. Ricciardi gli confessa l'esistenza de Il Fatto ne Il purgatorio dell'angelo e nel finale del libro domanda alla ragazza di sposarlo. Nell'ultimo libro i due sono sposati e la ragazza è incinta. Fisicamente è alta, mancina e porta gli occhiali; caratterialmente è dotata di molta pazienza, avendo atteso per molto tempo un passo avanti da Ricciardi, ma quando serve si dimostra determinata, come quando tiene testa alla madre. È nata il 24 ottobre 1907.[4]
Angelo Garzo
Vicequestore e diretto superiore di Ricciardi, a cui deve riferire in merito alle sue indagini. Ossequioso e carrierista, Garzo non perde occasione di fregiarsi dei successi di Ricciardi, al quale però poco importa della carriera. Garzo nonostante il grado sembra essere un po' intimidito dal commissario.
Falco
Agente dell'OVRA incaricato di sorvegliare Livia, in quanto amica molto vicina di Edda Ciano, è anche innamorato della ex cantante. Vede con odio Ricciardi per le attenzioni che Livia gli rivolge, e sembra progettarne la morte.
Rosa Vaglio
Anziana tata di Ricciardi, lo ha cresciuto dopo la scomparsa dei genitori e Luigi è arrivato a considerarla una seconda madre. Una volta scoperti i sentimenti tra Luigi ed Enrica rappresenta per la ragazza il primo appoggio per avvicinarsi a Ricciardi.
Nelide
Sostituisce Rosa, sua zia, come governante della casa di Ricciardi. Viene scelta direttamente dall'anziana tata quando sente avvicinarsi la sua morte. Ricorda molto la zia ed ha come unica missione nella vita il benessere di Ricciardi. Nonostante sia analfabeta, e spesso si mostri arcigna con i suoi quasi incomprensibili proverbi in lingua cilentana, non è una stupida ed è lei a sbloccare la situazione tra Luigi ed Enrica quando Maria, la madre di lei, rischia di rovinare le cose fra i due.
Bambinella
Femminiello simpatico e dalla parlantina sciolta, è l'informatore di Maione poiché al corrente di qualunque voce giri nei quartieri popolari.



Ora speriamo esca resto la prossima perchè io devo sapere tra Lei e lui come andrà, nel mentre mi guardo la fiction con Luisa Ranieri che oltre ad essere una bellissima donna è una bravissima attrice

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